giovedì 16 febbraio 2017

Omeopatia for Dummies

Torno a scrivere su questo blog dopo anni di assenza, per mia utilità personale, ma anche per ribadire un discorso noto e attuale: l'omeopatia.
L'utilità personale riguarda la mia possibilità di evitare di ripetere un pippone, lungo e noioso, sull'inefficacia dei trattamenti omeopatici. A seconda delle occasioni rimanderò il mio interlocutore al link di questo articolo, in modo che possa leggerlo con calma e digerirlo secondo i suoi tempi di apprendimento.
L'utilità pubblica è fuori discussione. Nel corso di questi anni abbiamo assistito troppe volte ai danni causati dall'omeopatia, spesso a causa dell'ignoranza (termine non offensivo) di chi ne fa uso e a volte a causa del ben noto fraintendimento sulla composizione di un rimedio omeopatico, ovvero, "il principio attivo è molto diluito", oppure "è una medicina a base naturale".


Cominciamo dalle basi e saltiamo la parte storica.

PRINCIPI CARDINE DELL'OMEOPATIA

1. Il simile cura il simile
2. Più alta è la diluizione, maggiore è l'efficacia
3. Succussione



IL SIMILE CURA IL SIMILE

Il primo principio, Il simile cura il simile, ormai non è più di moda. Ha un vago richiamo al concetto del vaccino, nel quale si utilizza il virus depotenziato, o privato del tutto delle sue "armi", per stimolare il sistema immunitario a produrre anticorpi adatti. 
Sebbene a orecchio possa sembrare un concetto simile, introdurre nel corpo una tossina o un virus, per combattere lo stesso, è demenziale.
Prima di tutto il vaccino viene inoculato prima dell'insorgenza del virus. In secondo luogo il vaccino non è dannoso, sebbene su questo argomento si possa aprire un blog a parte, visti il preoccupante dilagare dei casi di rifiuto delle vaccinazioni infantili da parte dei genitori e le prevedibile conseguenze di questa scelta scellerata.


DILUIZIONE

La diluizione è la parte più complessa del discorso e necessità di un paio di preamboli.
Prima di tutto confutiamo subito le voci sulla favoleggiata Memoria dell'acqua: non esiste.
Masaru Emoto, fervente sostenitore di questa teoria, affermava che i pensieri dell'uomo (sic!) influissero sulla cristallizzazione dell'acqua, posta a temperature inferiori allo 0°C.
Complice anche lo scienziato francese Jacques Benveniste, questo concetto scientifico del tutto inesistente, è ormai sulla bocca di molti sostenitori dell'efficacia dell'omeopatia.
Qualcuno si rifà al concetto di Clatrato, cercando una qualche affinità concettuale, ma chimicamente e fisicamente, non c'è alcun nesso.
L'acqua non "ricorda" se una molecola le viene posta a contatto.
Inspiegabilmente anche il Premio Nobel Luc Montagnier ha iniziato studi sull'omeopatia e in particolare sulla memoria dell'acqua, ma il suo esperimento è talmente banale che anche uno studente del primo anno di liceo può intuirne le falle e i limiti.
 Inutile dire che la comunità scientifica non ha dato seguito ai suoi studi, giudicati privi di alcun fondamento.
Dopo la Memoria dell'acqua, il secondo preambolo riguarda un meraviglioso concetto di chimica, la Costante di Avogadro.
Nota a chiunque abbia frequentato un liceo scientifico o un istituto tecnico, il suo valore indica il numero di atomi o molecole contenute in una mole (o grammomolecola) di una sostanza.
La mole è una quantità ponderabile, si parla di grammi.
La meraviglia della Costante di Avogrado, che vale 6.022 x 10^23, è che ci indica il numero di atomi o molecole contenuti in una quantità nota di una sostanza.
Un chimico avrà sicuramente da ridire sul modo in cui ho espresso questi concetti cardine della scienza, ma mi serve che chiunque capisca a grandi linee di cosa stiamo parlando.
Ora arriviamo alla diluizione.
Esistono due tipi di diluizione omeopatica. Parleremo in seguito di un terzo tipo di diluizione, quella korsakoviana.
La diluizione decimale indica che il soluto, ovvero il principio attivo del rimedio in questione, viene diluito in un solvente inerte, ovvero privo di efficacia curativa (tipicamente, acqua, zucchero, farina), in un rapporto di 1:10
Una parte di soluto viene diluito in dieci parti di solvente.
La diluizione si indica con la dicitura Dn dove n indica il numero di volte che la diluizione viene ripetuta.
E' quindi facile intuire cosa sia la diluizione centesimale, indicata con la dicitura Cn.
Diluendo in maniera centesimale una mole di principio attivo in cento moli di solvente inerte e prelevando una mole del composto ottenuto, avremo una sostanza in cui sarà presente un centesimo (1/100) del principio diluito. Ripetendo la diluizione una seconda volta, otterremo un composto con un decimillesimo (1/10.000) del principio diluito.
Ad ogni diluizione, il denominatore aumenta di due zeri, ovvero l'esponente del numero di Avogadro diminuisce di 2.
Alla seconda diluizione quindi, il composto risultante conterrà 6.022 x 10^19 atomi o molecole.
Viene facile capire cosa succeda alla dodicesima diluizione: otteniamo un composto contente 6.022 atomi.
6 atomi.
Le diluizioni maggiormente usate sono molto superiori a C12.
Esistono composti in cui la diluizione è C30 e anche C200.

Siamo arrivati alla conclusione che in un rimedio omeopatico, diluito oltre la 12 diluizione centesimale (o oltre la 24 decimale) non esiste più traccia del principio attivo, ma solo del solvente inerte. Questa composizione, che in Italia deve essere indicata per legge, è ben evidente ad esempio sulle confezioni del noto Oscillococcinum, un anti influenzale.
Il principio attivo sarebbe cuore e fegato di anatra, la cui efficacia è ignota, ma sicuramente scoraggia qualsiasi vegetariano o vegano a farne uso.
La composizione recita 15% Lattosio e 75% Saccarosio, per un totale di 100% zucchero.
Per chi non mastica l'inglese o non ha la vista buona, nella sezione Other Information (Altre Informazioni), nel secondo riquadro sulla destra, è indicata la composizione di 1 grammo di Oscillococcinum (in unità di misura anglosassoni 0.04 oz): each 0.04 oz dose (1g) contains 1g of sugar. Traduco: ogni dose da un grammo, contiene un grammo di zucchero.

Se ancora ci fossero dei dubbi su quanto sia efficace la preparazione di un rimedio omeopatico, possiamo brevemente illustrare la diluizione korsakoviana, indicata con la dicitura CK.
Ammetto che ne parlo con una punta di vergogna, perchè è veramente troppo demenziale, ma è la diluizione che viene utilizzata per la preparazione dell'oscillococcinum di cui sopra.
Il trucco di questo metodo è l'utilizzo di un solo contenitore per la diluizione.
Viene effettuato il procedimento di diluizione centesimale già illustrato, ma a fine diluizione il contenuto viene...buttato.
Dopo qualche migliaio di usi del contenitore per le diluizioni del principio attivo e il successivo svuotamento, quello che resta attaccato alle pareti è il cuore pulsante dell'oscillococcinum, quindi non resta che riempirlo d'acqua e distillare i granuli di zucchero con quello che ne risulta, ovvero...acqua.
Ho mentito. C'è un segreto in questa preparazione. Prima di utilizzare il risultato di migliaia di sciacqui omeopatici nel contenitore, bisogna battere lo stesso per cento volte su un libro.
E qui chiudo col discorso diluizione perché la vergogna è veramente troppa.


SUCCUSSIONE

Rimane ancora da parlare di una parte del procedimento di creazione di un rimedio omeopatico, la Succussione.
Dal nome altisonante di questo processo, ci potremmo aspettare che risolva il mistero per cui una nota casa farmaceutica venda dello zucchero a 1.000 euro al chilo, affermando che sia utile per il trattamento degli stati influenzali.
Succussione però significa solamente "agitare", "shakerare", "sbattacchiare". Si prende il flacone e lo si agita.
Dal sito della Treccani: In farmacologia, operazione di scuotimento di varie sostanze medicamentose durante la loro preparazione (per es., nella preparazione di medicinali omeopatici). 

C'è chi lo chiama Processo di Dinamizzazione o Attivazione, ma cambiando il nome il concetto non cambia. Il rimedio deve essere agitato, altrimenti non funziona (?).


Sembra tutto chiaro, fin troppo evidente, che i rimedi omeopatici siano solo ciarlataneria, truffe, rituali sciamanici, eppure vengono venduti e molti affermano che su di loro funziona.
E' una frase che sento spesso: "con me funziona".
E' utile spendere due parole circa questa affermazione.
Le case farmaceutiche spendono anni e soldi per il processo di sperimentazione di un farmaco. Passano molte fasi e testano l'efficacia, l'eventuale tossicità, o effetti collaterali più gravi come la teratogenesi, tramite sperimentazione animale e successivamente tramite la sperimentazione umana, con test in doppio cieco effettuati da personale competente, biologi ricercatori e medici specializzati.
L'affermazione di un profano, che non redige nemmeno un cartella clinica di se stesso, giorno per giorno e testa l'efficacia del rimedio in un numero limitato di casi nel corso della sua vita, è di fatto una chiacchiera inutile.
L'effetto placebo su malanni di lieve entità, come un'influenza stagionale o dolori muscolari dovuti a contratture, ha un'efficacia del 20% e quando non è efficace la memoria selettiva e il bias cognitivo del soggetto, eliminano il ricordo di quando non ha funzionato.

E' utile menzionare anche rimedi omeopatici, che omeopatici non sono, come la pomata all'Arnica venduta proprio dalla Boiron, o rimedi per dolori muscolari diluiti in alcool o etere, uno disinfiammante e l'altro analgesico. Questi farmaci, che sono una truffa nella truffa, non sono omeopatici e svolgono la loro funzione realmente, rafforzando così la convinzione sull'efficacia dell'omeopatia.

Per concludere, una chicca: un video in cui Christian Boiron afferma che lui, per la sua sciatica, usa il cortisone, non i rimedi che lui stesso produce e vende.