venerdì 22 gennaio 2010

Signoraggio + (CTRL+C) + (CTRL+V) = 110 e lode [II parte]

Arriviamo finalmente a pagina 38 e al secondo capitolo. 7 righe per descrivere il Federal Reserve System, prima di passare all'artiglieria pesante: Zeitgeist. Complottismo, rivelazioni, insabbiamenti ed ecco che rispuntano gli ebrei. Ecco per quale motivo mi era suonato un campanello in testa quando nel primo capitolo si era ritenuto necessario specificare che gli orafi erano ebrei e il fondatore della banca d'Inghilterra un massone. Vediamo se poi parlano anche delle scie chimiche nei cartoni animati di Barbapapà.
Seguono episodi e argomenti disparati, senza un preciso filo logico: si ricalca quindi lo schema classico del cospirazionismo del signoraggio. Una grande confusione di fatti e ipotesi per far perdere il filo e far accettare come buone conclusioni che non c'entrano nulla. In parole povere, si tratta della famosa “difesa Chewbacca”. In particolare vengono stravolti significati (l'indipendenza reciproca tra BCE e organi di governo dell'UE viene descritta come una situazione di padronanza della prima sui secondi) e presentati dati senza esplicarli (cosa significa e come si misura in percentuale l'indipendenza politica delle banche centrali?).
Una spazzolata di numeri da wikipedia, le quote di partecipazione della BCE, della Banca d'Italia e un po' di numeri di articoli di legge, che fanno sempre bella figura. Fino ad un caso giudiziario emblematico, nel quale un avvocato del Minnesota è riuscito a vincere la causa che la banca gli aveva fatto perché non pagava il mutuo, sostenendo che dato che non c'era stato alcun movimento fisico di denaro, il prestito e l'ipoteca non potevano essere considerati validi. A parte ricordare nuovamente la difesa Chewbacca, fa molto strano apprendere una notizia del genere riferita ad un paese nel quale i precedenti legali hanno valenza di legge nelle future sentenze. Come è possibile che un privato sia riuscito a vincere una simile causa in questi precisi termini e non lo hanno fatto tutti? Non paghi il mutuo e quando ti fanno causa per pignorarti la casa, gli sbatti in faccia il precedente e stai sicuro che non devi rendere i soldi. Forse nessuno lo sapeva? Forse che la Distefano ha trovato questo caso emblematico sconosciuto anche agli avvocati statunitensi? Mah...
Ma ecco finalmente saltare fuori la castroneria per eccellenza. Quarantasei pagine per avere la prova definitiva dell'ignoranza in materia contabile: il bilancio. È assurdo come poi si sostenga una tesi con la prova del contrario, o meglio, come si riesca a mischiare le carte in modo da riuscire a dire che due più due fa nove (ho già parlato della difesa Chewbacca?).
Le banconote, come detto in precedenza, sono un titolo di credito che attesta un debito della banca. Tutti i debiti devono essere inseriti nelle passività: cambiali, prestiti, obbligazioni. Anche le banconote emesse. Nell'attivo vanno inserite tutte le attività: beni immobili, crediti verso altri, contanti, valori. Il totale delle attività meno il totale delle passività dà il patrimonio netto. Tanto più alte sono le passività e tanto più basso è il patrimonio. Tanto più aumentano le attività e tanto più alto è il patrimonio netto. Se la banca centrale mettesse nelle attività (colonna di sinistra dello stato patrimoniale) le banconote emesse e contestualmente anche i titoli ottenuti dallo Stato in cambio, aumenterebbe il patrimonio netto, creando sul serio una inesattezza mica da ridere. Nell'emettere 1.000.000 di euro, aumenterebbe l'attivo di 1.000.000 per le banconote emesse e di 1.000.000 per i titoli ricevuti, un totale di 2.000.000 di euro in più nell'attivo, passivo invariato, la differenza dà un patrimonio netto cresciuto di 2.000.000 di euro senza che sia effettivamente variato il patrimonio della banca. Come si può quindi sostenere che mettendo nelle passività le banconote circolanti si aumenta il patrimonio netto? Semplice: non avendo idea di quello che si sta dicendo. Sul serio. È molto semplice, basta leggere qualche pagina di un libro di ragioneria di terza superiore per rendersene conto o di tecnica bancaria, mercantile o commerciale.
Per la questione degli interessi che dovrebbero essere corrisposti a chi prende denaro in prestito dalla banca e non viceversa, dato che la banconota rappresenta un debito della banca, l'unica risposta da dare sarebbe che talvolta guardare la televisione è una buona alternativa a generare un'idiota. La banconota rappresenta un credito che chi la possiede ha nei confronti della banca centrale. Dato che è pagabile a vista, non è previsto un interesse, interesse legato all'indisponibilità immediata del denaro da parte del creditore, fatto che in questo caso non sussiste. Nel momento in cui un individuo chiede un prestito alla banca, la banca si "priva" della disponibilità immediata del credito per darla all'individuo, che pagherà l'interesse per aver avuto una disponibilità immediata di credito a fronte di una disponibilità differita. Difficile da spiegare, meno da capire, in realtà. Se Pippo presta soldi a interesse a Pluto facendogli un pagherò a vista di 100 euro, Pippo ha emesso un titolo di credito per Pluto, il quale potrà usarlo girandolo a Paperino per comprare qualcosa di cui ha bisogno. Dopo un anno Pluto dovrà restituire a Pippo i 100 euro più l'interesse, giustamente, dato che quando Paperino si è trovato in mano la cambiale di Pippo è andato da lui a riscuotere immediatamente. Eppure alla fine Pluto ha pagato un interesse su un prestito che si è manifestato con la redazione di un titolo di credito che lo indicava come creditore di Pippo. Ma la cosa più strana è che un papero, un bracco e un idiota hanno capito come funziona la cosa, mentre alla facoltà di economia hanno ancora qualche dubbio.
Seguono amenità varie come domande scaturite dalla più becera ignoranza su quanto appena spiegato, fino ad arrivare a parlare della cattiveria delle banche che possono decidere del tasso di sconto. Non c'entra una fava con il signoraggio, ma questo non importa. Tutto è buono pur di dire che la banca è cattiva. Far notare che non c'entra niente significa solamente difendere la banca (visto anche nei commenti anonimi ai blog dei "debunker" che hanno riportato la notizia di questa laurea). Magari significa essere dei disinformatori prezzolati (a tal proposito inviterei tutti i lettori, complottisti e non, a fare un piccolo esperimento e dare un'occhiata ai libri che posseggono. Scartando i libri di narrativa, provino a guardare se hanno più libri sulla fisica, la chimica, la matematica, la ragioneria, l'estimo, oppure se hanno più libri di astrologia, ufologia, complottismo, religione, superstizione).
Quindi evitiamo di ragionare con testa. Per il credito non vale la legge della domanda e dell'offerta: è la banca centrale che decide a seconda di come si sveglia la mattina il tasso di sconto. La banca evidentemente, secondo alcune persone, ha vantaggio a tenere il denaro e il credito nelle proprie casse. Non abbassa i tassi quando vede che la clientela trova troppo esoso chiedere denaro ed è disposta a negarsi beni e servizi piuttosto che contrarre un debito. No, no, no. D'altronde, che interesse potrebbe avere la banca a dare via tutto il credito che può? Meglio sicuramente tenere i fondi a marcire che prestarne con un minore margine di guadagno.
Oltre 3 pagine di fondo monetario internazionale. Siamo solamente a pagina 50, dobbiamo riempire con qualcosa. Mica possiamo riproporre le stesse pagine di citazioni di prima. Ma cosa c'entra con il signoraggio? Niente, ma permette di inserire critiche no-global alla teoria del complotto e fa sempre bene buttare tanta carne al fuoco e mischiare più malcontenti possibili. Fa più presa sulla popolazione. Evidentemente chi ha scritto questa tesi ha copiaincollato tutte le corbellerie che ha trovato sui siti complottisti che ha consultato per la sua illuminante ricerca, senza soffermarsi a chiedere se veramente aveva attinenza con l'oggetto della tesi. Oh, ragazzi, si sono comunque svangate altre cinque pagine a parlare e criticare il FMI, circa un 6% dell'intera opera (se ci metteva dentro anche la dieta a zona, ci poteva riempire altre tre paginette e aveva la stessa attinenza).
E via, a riempimento casuale: il liberty dollar, qualche grafico buttato a caso e citiamo Blondet. Siamo arrivati a pagina sessanta? Sì? Uff, che fatica riempire una tesi per avere 110 e lode. Concludiamo questo secondo capitolo con qualche altra proposta no global e passiamo al prossimo, giusto un paio di paginette, nelle quali suggeriamo come soluzione a tutti i mali i buoni acquisti del supermercato.
Siamo al capitolo 3, vero? Possiamo finalmente parlare degli ebrei? Stiamo parlando di complottismo e li abbiamo citati poco, insomma dovremo pure dedicargli un capitolo intero, altrimenti ci tocca ripiegare sui rettiliani. E quelli ce li teniamo per la laurea magistrale. Inoltre, per raccontare due menate sulla storia del suo sistema monetario, dei nuovi sicli e delle quotazioni su dollaro ed euro ci sbafiamo 5 paginette come niente, considerato che per fare massa mettiamo anche gli spazi prima e dopo ogni segno di punteggiatura (controllare per credere).
Storia delle banche Israeliane, della loro privatizzazione, breve accenno al fatto che comincia il signoraggio perché c'è la riserva frazionaria. Quale sia esattamente il filo logico dietro a tutto non è chiaro, ma siamo arrivati a mettere lo spazio anche tra le cifre e la virgola nei numeri (giuro!), quindi direi che stiamo veramente andando in cerca di chiudere prima possibile. Le settanta pagine le abbiamo passate, ci siamo quasi. Sbattiamoci dentro qualcos'altro di no-global ed ecologista, facciamo un Kibbutz Samar? Ma sì, mettiamoci questa comunità che rifiuta il consumismo e la concorrenza tipici occidentali. Sì alle forme di energia e di agricoltura alternative!
Possiamo andare di conclusioni? Massì. Allora: le banche sono cattive, c'è troppo credito non coperto, i governi sono cattivi, i paesi occidentali sfruttano i paesi del terzo mondo, si fa la guerra per il petrolio, non esistono più le mezze stagioni e mio cugino da bambino una volta è morto. La soluzione è la pace nel mondo o, in alternativa, che invece di produrre la valuta sotto forma di debito la si deve produrre come forma di credito. Qualsiasi cosa possa voler dire.
Segue la bibliografia, con titoli folkloristici quali “O la banca o la vita”, “Bankestein”, “La banca, la moneta e l'usura”, “History of monetary crimes”, “Euroschiavi”, “Confessioni di un sicario dell'economia” e “Le guerre del petrolio”. Colpisce come un pugno nell'occhio tra questi titoli “Il capitale” di Marx. Non stupisce, invece, la totale mancanza di titoli che trattino “contabilità” o “tecnica bancaria”. Ci sono anche le fonti internet, che annoverano i siti delle banche citate, La Repubblica, Il Sole 24 Ore e chicche come wikipedia, disinformazione.it e csm.it (centro studi monetari).
Conclude questa splendida tesi con i ringraziamenti. Primo il professore che le ha permesso di presentare questa cagata allucinante come tesi di laurea. Anche io lo avrei ringraziato. Ringraziamenti anche a Marco Saba, quello del centro studi monetari, quello stesso che ha spammato ovunque la notizia della laurea di Maruska come una vittoria della lotta al signoraggio, quello che è stato spesso usato come fonte. Come ringraziare l'oste per averci detto che il suo vino è buono. (No, non vi aspettiate che prenda in giro i ringraziamenti personali/affettivi facendo osservazioni sull'omeopata veterinario)

Prendo in mano la mia tesi di laurea. Il 110 e lode lo ho mancato di una ventina di voti. Le pagine sono 10 in meno, vero, ma non trovo cazzate, ipotesi campate per aria, copia e incolla beceri e tentativi di allungare il brodo e ho dovuto lavorare per 3 mesi ad un progetto prima di poterla scrivere. Ma forse ho sbagliato a scegliere una università con quasi 8 secoli di storia, dovevo sceglierne una con meno di 10 anni.

giovedì 21 gennaio 2010

Signoraggio + (CTRL+C) + (CTRL+V) = 110 e lode [I parte]

La settimana scorsa è saltata fuori la tesi di laurea di tale Maruska Distefano, dal titolo "Le banche centrali e il signoraggio". La notizia è stata spammata in ogni dove da Marco Saba, addetto alla ricerca per il Centro Studi Monetari e autore di diverse "autorevolissime" pubblicazioni, in quanto dovrebbe essere la dimostrazione di come anche le università riconoscano il problema, tanto che l'autrice ha conseguito un voto di laurea di 110 e lode.
Curioso come una scimmia, ho deciso di dare un'occhiata all'università in questione e alla tesi presentata. L'università, la LUM Jean Monnet, è una istituzione privata che vanta una storia come università riconosciuta addirittura dal 2000. La tesi? Beh, l'ho letta e ho buttato giù due commenti. O qualcuno di più. Ecco la prima parte.


Cominciamo da una appendice inserita a caso, all'inizio della laurea, in lingua inglese, senza che fosse in qualche modo contestualizzata. Tanto per riempire 3 pagine senza che nessuno si rompa le balle a leggere e tradurre la cosa.
Segue l'introduzione, che non è altro che una esplicitazione dell'indice, in definitiva. In parole povere, sono andate 13 pagine su 85 di una tesi di laurea da 110 e lode per dire che una piccola curiosità e qualche articolo letto in rete hanno fatto scegliere questo argomento.
Interessante il primo capitolo, le origini storiche del signoraggio, dai tempi dell'impero a quando gli orafi ebrei minavano l'economia sociale prestando denaro che non avevano, alla banca d'Inghilterra, fondata da un massone. Il tutto fino ad arrivare al fatto che il popolo non è più proprietario della moneta che emette. Che cosa voglia dire questo, non è ancora chiaro, ma fa sempre grande presa dichiarare che siamo stati privati di qualcosa di nostro. L'indignazione muove le masse.
Passiamo poi a eventi più recenti, con il paragrafo dal titolo evocativo “IL SIGNORAGGIO OGGI”, che comincia con una definizione corretta di signoraggio:
“Storicamente il signoraggio era il termine col quale si indicava il compenso
richiesto dagli antichi sovrani per garantire , attraverso la propria effigie
impressa sulla moneta , la purezza e il peso dell’oro e dell’argento .”
Niente da obiettare. Tranne forse che l'altra tesi sul signoraggio che viene portata in palmo di mano dai signoraggisti (quella di Salvatore Tamburro per la laurea in Economia degli Intermediari Finanziari dell'università Parthenope di Napoli intitolata “LA BANCA D'ITALIA, IL SIGNORAGGIO E IL NUOVO ORDINE MONDIALE”) ha un paragrafo intitolato nello stesso modo che comincia con le stesse parole, con la sola differenza che l'autore virgoletta la parola signoraggio. Seguono una serie di citazione a membro di segugio, che ignorano qualsiasi principio che regola il credito. Ma tanto non ci aspetteremmo mica che un laureato in economia soppesi le dichiarazioni che trova nelle citazioni sui siti complottisti, no?
Segue una citazione spettacolare di Pascucci, “ESEMPIO IN SOLDONI DEL SIGNORAGGIO”. Impagabile Pascucci. Ma, visto che l'ha riportata la Distefano nella sua tesi, l'ha riportata anche il Tamburro nella sua subito dopo il paragrafo “IL SIGNORAGGIO OGGI” (una coincidenza? Noi di boyager pensiamo di no!) riportiamola anche noi, per fare reale informazione:
“Lo Stato prende in prestito una banconota da €100 euro dalla Banca
Centrale e la « paga » con una « obbligazione » da €100 . A fine anno
dovrà « drenare » dalla popolazione quei €100 per restituirli al legittimo
proprietario ( che è il Banchiere Internazionale ) , più gli interessi, diciamo
un 2,5% . La Banca Centrale ha stampato quella banconota spendendo
(tutto compreso ) 30 centesimi di euro ( quindi era solo un pezzo di carta ,
una merce come un'altra , come un biglietto del cinema ) mentre la
banconota da €100 ( +2,5% ) , che lo Stato restituisce alla Banca Centrale .
La Banca Centrale è una tipografia e si comporta come se fosse la padrona
della banconota . Ergo : il signoraggio su una singola banconota è di €102,5
- €0,30 = €102,2“
Uno stupefacente esempio di logica e coerenza geniali. Il fulcro intorno al quale gira tutta la teoria del signoraggio sputtanandola dal principio alla fine. Analizziamo noi, dato che i laureandi e i professori sono probabilmente troppo impegnati a fare altro.
Lo stato prende in prestito 100 euro dalla banca. La banca per produrre quei 100 euro ha speso 30 cent. Va bene. Lo stato dà alla banca una obbligazione da 100 euro, ovvero un pezzo di carta, del costo di altrettanti 30 cent (meno, a onor del vero, dato che emette meno fogli di carta e meno elaborati per i propri titoli), che attesta un suo debito con la banca che la banca non potrà esigere fino alla scadenza. In parole povere, la banca dà allo stato un pezzo di carta più costoso che ha immediato valore legale per un pezzo di carta che al momento non ha altro valore che la promessa di un valore futuro. Alla scadenza lo stato “dovrà drenare la popolazione” (bella immagine, fa molto maltrattamento delle masse) per restituire i 100 euro e anche gli interessi, poniamo del 2.5%. Lo stato quindi raccoglie banconote per 102.5 euro e le restituisce alla banca. Nella frase sconclusionata centrale della citazione (rileggetela meglio per vedere che manca qualcosa, tipo la conclusione del 'mentre'), si dice che la banca ha dato alle stato una banconota da 30 cent e si vede restituire 102.5 euro. Ma come sono fatti questi 102.5 euro? Sono le banconote emesse dalla banca? Ma allora valgono lo stesso 30 cent (+ 2.5%).
La banca non fa da tipografia: è la padrona della banconota! Come può non essere chiaro questo concetto per una laureanda in economia? Come può un'università non chiudere quando una simile cretinata viene scritta in una tesi che non tratta di disturbi paranoici legati al complottismo?
Facciamo un salto indietro. Il titolo di credito è un “pezzo di carta” che sancisce che un soggetto deve un valore ad un altro ad una certa data. Il primo è chiamato debitore. Il secondo è chiamato creditore. Per ovvie ragioni, il debitore deve essere sempre specificato, come anche il valore. Il creditore può essere esplicitato o specificato in maniera implicita, come nel caso dei titoli “al portatore”, che identificano come creditore il possessore del titolo di credito. La data deve pure essere nota, per chiarire da quando il titolo può essere riscosso. Se il credito può essere riscosso in qualsiasi momento, si dice che è pagabile a vista. La banconota non è niente più, niente meno che un titolo di credito, pagabile a vista al portatore. Una volta era anche esplicitato nelle banconote, ma dall'introduzione dell'euro si è evidentemente ritenuto superfluo indicarlo in tutte le lingue possibili su ogni banconota, essendo un concetto implicito del tipo di titolo. In tutto questo, ci dimentichiamo di quello che è FONDAMENTALE in un titolo di credito? Identificare il debitore? Prendiamo la banconota e leggiamo cosa vi è scritto. C'è il valore della banconota, in più punti, assieme alla valuta che rappresenta. C'è il numero di serie. C'è una firma. Poi ci sono delle sigle: BCE ECB EZB EKT EKP. Credo che abbiamo trovato finalmente il debitore designato, la banca centrale. Non vi è scritto Germania, Italia o Francia. Il debito lo contrae la banca, pertanto è la banca a garantirne il valore. Pertanto la banca è la 'padrona' della banconota.
Questo implica diverse considerazioni, su quanto ha detto Pascucci. La banca allo stato dà un pezzo di carta che significa “avanzi 100 euro dalla banca e li puoi ritirare quando vuoi”. Quando lo stato rende alla banca la banconota da 100, la banca ha un pezzo di carta con scritto “avanzo da me stessa 100 euro”. Interessante ma utile come una trama in un film porno, consiglio a tutti di provare a fare una cambiale a proprio favore per 1000 euro e poi calcolare di quanto sono più ricchi.
Quindi, quando lo stato rende alla banca i 100 euro, la banca non ha guadagnato 100 euro, ma è rientrata di un debito che aveva. Resta quindi da considerare i 2.5 euro che lo stato ci mette sopra (e già il signoraggio cala da 102.20 euro ad un massimo di 2.50). Se i 2.5 euro vengono pagati in banconote emesse dalla banca (lo so, non ci sono banconote di taglio così piccolo, ma anche lo stato non si rivolge alla banca per farsi stampare una sola banconota da 100, si devono moltiplicare per N tutte le cifre), la banca rientra di 2.5 euro di debiti. Questo non significa che la banca non ci ha guadagnato nulla dal prestito, lo significherebbe solamente se le cose andassero davvero come dice Pascucci e compagnia bella. Comunque, per calcolare l'eventuale signoraggio, non ci dobbiamo limitare a guardare gli interessi, ma dobbiamo prima “spogliarli” degli interessi “legittimi” e, a onor del vero, delle spese di produzione della banconota. Nell'esempio riportato qui sopra, si tratta quindi di prendere i 102.5 restituiti dallo stato, toglierci i 100 prestati dalla banca, gli 0.3 di spesa e l'interesse corrente corretto, ovvero quello che sarebbe stato applicato in quel momento per quel prestito per quella durata se non ci fosse stata l'emissione della banconota. In “soldoni”, quindi la differenza tra 2.2 (102.5 – 100 – 0.3) e il suddetto tasso.
Segue a questo la solita ABERRANTE manfrina sullo stato che rinuncia alla sovranità monetaria. Dico addirittura aberrante, in quanto quello che auspicano i sostenitori di questa tesi è uno stato che quando necessita di liquidi emetta carta moneta così, come se niente fosse. Un pochino come i bambini che suggeriscono al padre di fare un assegno quando lui dice di non avere soldi per comprare loro un determinato giocattolo. “Perché non puoi prendere semplicemente un pezzo di carta e dire questo vale cento?”.
Dietro alla creazione di carta moneta, c'è la necessità di avere un capitale che venga “rappresentato” dal valore nominale di quei pezzi di carta, in quanto rappresenta un credito “a vista”. Per questo motivo ha senso appoggiarsi a qualcuno con una solida posizione finanziaria, i cui scopi siano il lucro (impresa privata) e non qualcuno il cui scopo principale non è produrre ricchezza ma soddisfare i bisogni della popolazione (stato). La banconota, anche se non deve rappresentare un valore in depositi di metalli preziosi presso le banche centrali, rappresenta comunque parte del valore della banca emittente. Quando uno va in banca, può riscuotere il credito rappresentato, comprando beni e servizi commercializzati dalla banca, moneta prodotta dallo stato, valuta straniera, titoli statali e privati e quant'altro. Se tutti lo facessero e la banca centrale non avesse beni e servizi per soddisfare tutte le richieste, dovrebbe intaccare il proprio patrimonio anche immobile. Compito dello stato sarebbe in questo caso fare in modo che essa paghi i suoi debiti, fosse anche liquidando tutto. Se fosse lo stato ad emettere carta moneta, si rischierebbe di arrivare a dover liquidare lo stato stesso, se i privati cittadini (e non solo) chiedessero allo stato di rimborsare a vista il valore delle banconote. Come? Aree del demanio e beni pubblici andrebbero a privati.
Passiamo oltre. Parliamo delle autorevoli rivelazioni e degli eroi di questa crociata. Tremonti eroe perché avendo chiesto di poter emettere banconote da 1 e 2 euro in Italia (per adeguarsi di più ai tagli delle vecchie lire) ha ricevuto una risposta che dovrebbe provare che la BCE vive del signoraggio,ma rifiuta quello sul piccolo taglio. Giulietto Chiesa, il quale asserisce che il signoraggio esiste perché la gente è erroneamente convinta che le banche centrali siano pubbliche, anche se non è chiaro il nesso tra le due cose. Teodoro Buontempo, che ha denunciato alla Camera il fatto che la magistratura ha condannato la Banca d'Italia a risarcire i cittadini che hanno fatto ricorso contro il signoraggio, senza però specificare di quali casi si tratti (ne ricordo uno che aveva fatto scalpore e che i signoraggisti avevano portato come grande risultato, nel quale un cittadino aveva portato la Banca d'Italia di fronte ad un giudice di pace per il signoraggio sugli euro e il giudice di pace aveva stabilito che la Banca avrebbe dovuto pagare circa 1000 euro al cittadino come risarcimento, sentenza 'un attimo' ribaltata dalla sentenza in cassazione che ha fatto notare che gli euro sono emessi dalla BCE e non dalla Banca d'Italia e che quindi non sarebbe nemmeno rientrata nelle competenze di un giudice di pace, soprattutto di uno che riesce a condannare al risarcimento un soggetto estraneo al presunto reato). Sir Josiah Stamp, banchiere inglese del secolo scorso, già citato in precedenza, ma non si rinuncia a riempire una mezza paginetta ripetendo la medesima citazione. Lo stesso dicasi per Hemphill responsabile del credito presso la Federal Reserve Bank di Atlanta, Towers governatore della banca centrale canadese dal 35 al 55 e per Anderson segretario del tesoro di Eisenhower, per un totale di due pagine di citazioni ripetute. Infine il nostro esimio Antonio Di Pietro, che incalzato dalle imbarazzanti domande da un giornalista di Canale Italia ha definito scandaloso il signoraggio, un po' come quando ha fatto una interrogazione parlamentare indignato sulle scie chimiche e non si è nemmeno accorto che gli hanno riciclato la stessa uguale risposta che hanno dato qualche mese prima a Brandolini.

domenica 17 gennaio 2010

Mi prostro, o maestro.

Una minkiata, d'accordo, ma anche una minkiata può essere maestosa.
Complimenti, complimenti, complimenti

Straker puppa- The movie

giovedì 14 gennaio 2010

Contro-sondaggio !!!

In risposta all'intelligente sondaggio apparso recentemente su Tanker Enemy ne proponiamo uno di eguale peso e spessore.
Vi invitiamo a postare numerosi.

Cosa fa Straker ?



martedì 12 gennaio 2010

Code message 2.0

Just for him.

lunedì 11 gennaio 2010

Code message

For chemtrailists only:

sabato 2 gennaio 2010

EPICO !!!



Ovviamente tutti i credits della cosa vanno al Peyote XD !!!